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sabato 28 aprile 2018

Il fallimento di OKC, Westbrook come Iverson e uno scambio di troppo


Tornassero indietro a OKC rifarebbero esattamente le stesse mosse che hanno caratterizzato la scorsa estate. La “trade” per Paul George e infine anche quella per Carmelo Anthony avevano un fine: restituire ai Thunder un ruolo da potenziale contendente per il titolo per poter offrire a Russell Westbrook motivi non solo economici per firmare un contratto mostruoso a lunga scadenza (35 milioni l’anno prossimo, 43.8 nel 2021/22, ultima stagione garantita e senza opzioni). E con quello convincere George a restare oltre la scadenza contrattuale del prossimo 30 giugno. Con queste due firme – una c’è già stata, dell’altra si parlerà per intere settimane – si regalerebbero altri cinque anni almeno ad alto livello anche se non necessariamente da titolo.

martedì 3 aprile 2018

MVP Review: Westbrook resta superbo ma OKC ha vinto troppo poco


Da un punto di vista strettamente individuale, nonostante i ben noti difetti (tiro da tre sotto il 30 %, qualche volta resiste alla tentazione di usarlo, spesso no, specie nei finali di gara, ma lui è così, agonista anche nello sfidare i propri limiti) o la tendenza a esagerare, Russell Westbrook potrebbe essere confermato MVP della stagione. Perché no? Chiuderà molto vicino alla seconda tripla doppia media in carriera. Qualche rimbalzo qua e qualche rimbalzo là e ce l’avrebbe fatta ancora. Ha vinto la classifica degli assist così autorizzandosi a cedere a James Harden lo scettro di miglior realizzatore della Lega. I Thunder accanto a lui sono cambiati tanto e hanno inciso anche sulla sua stagione: ha tirato meno (soprattutto da tre), ha tirato meglio (45 %), ha segnato meno perché è andato meno in lunetta, ha “usato” il 34.3% dei possessi di Oklahoma City contro il 41.7% di un anno fa, cifra record. Ha assistito quasi il 50 % dei canestri segnati dai compagni con lui in campo. Perché quindi Westbrook non dovrebbe essere l’MVP?

domenica 2 luglio 2017

Paul George: OKC tenta il tutto per tutto

Un anno fa gli OKC Thunder cedetteto Serge Ibaka a Orlando in cambio di Victor Oladipo, Domantas Sabonis e Ersan Ilyasova. Successivamente girarono Ilyasova a Philadelphia in cambio di Jerani Grant. Oggi con Oladipo e Sabonis si sono assicurati Paul George. È un Paul George in scadenza di contratto ma lo era anche Ibaka. In pratica hanno trasformato Ibaka in George e Grant. È ovvio che comunque vada a finire hanno vinto la trade, che l'avversario in questione sia considerato Indiana o Orlando. I Magic avevano Oladipo, Sabonis e Ilyasova e adesso hanno in pratica Terrence Ross. Normale che Rob Hennigan, il general manager, sia stato avvicendato.

martedì 23 maggio 2017

Cosa serve a Boston per avere Russell Westbrook?

Sappiamo tutti che gli Oklahoma City Thunder cercheranno di estendere il contratto di Russell Westbrook non appena sarà possibile, a partire dal prossimo 1 luglio. Ho spiegato qui la situazione. Ogni giorno che separa i Thunder dalla deadline di febbraio 2018 li renderà più vulnerabili. È ovvio: non possono permettersi di portare Westbrook a scadenza. Perderlo in cambio di nulla come accaduto con Kevin Durant ridurrebbe la squadra in briciole obbligandola ad un tanking selvaggio. Diventerebbe insignificante per un decennio almeno. Ecco perché senza estensione i Thunder sarebbero obbligati a cedere Westbrook.

mercoledì 26 aprile 2017

Ora OKC torna nelle mani di Russell Westbrook

(Aggiornamento dopo i playoffs). Considero Billy Donovan un candidato credibile come allenatore dell'anno perché a dispetto della presenza di Russell Westbrook, i Thunder avevano difetti enormi che di norma nella NBA non riesci a soverchiare: uno starter nella posizione di ala piccola che gioca fuori ruolo ed è offensivamente impresentabile (Andre Roberson è un tiratore inguardabile - va detto anche dopo una serie in cui a tratti ha tirato in modo sorprendent da tre - ed una delle poche guardie della storia NBA su cui puoi efficacemente fare "hacking") per quanto sia difensore da primo o secondo quintetto All-Defense; uno dei roster più giovani della Lega (almeno sei giocatori della rotazione sono Under 25), una panchina da D-League (senza Westbrook OKC non poteva quasi stare in campo e la totale assenza di un point-man credibile contro Houston è stata letale) e la totale assenza di tiro da tre che ha permesso alle avversarie di riempire l'area eliminando il pick and roll Westbrook-Adams. Con una buona difesa, tanto contropiede, le scorribande di Westbrook e il tiro dalla media di Oladipo, una squadra con difetti enormi e facilmente individuabili ha raggiunto i playoffs ed è stata competitiva in quattro gare su cinque. Ha vinto anche 47 partite. Nell'anno in cui hai perso un Kevin Durant fare di più sarebbe stato eroico.

lunedì 10 aprile 2017

I miei premi stagionali: Westbrook MVP, Jokic terzo quintetto


MVP: Russell Westbrook
Senza nulla togliere alla strepitosa stagione di James Harden. Quello che ha fatto è sensazionale e gli avrebbe garantito l'MVP in 40 diverse stagioni ma quello che ha fatto Westbrook è unico, senza precedenti reali. Mia classifica dei Top 10: 1 Westbrook, 2 Harden, 3 Leonard, 4 James, 5 Durant, 6 Thomas, 7 Curry, 8 Antetokoumnpo, 9 DeRozan, 10 Wall.

sabato 25 febbraio 2017

OKC-Westbrook, perché la cessione tornerà di attualità

Considero Billy Donovan un candidato credibile come allenatore dell'anno perché a dispetto della presenza di Russell Westbrook, i Thunder avevano (e hanno) difetti enormi che di norma nella NBA non riesci a soverchiare: uno starter nella posizione di ala piccola che gioca fuori ruolo ed è offensivamente impresentabile (Andre Roberson ha il 24% da tre) per quanto sia difensore da primo o secondo quintetto All-Defense; un rookie da ala forte che nel 2017 tira da tre con il 14% venendo meno a quei compiti da Stretch 4 per i quali è stato scelto (Domas Sabonis); una panchina da D-League (senza Westbrook OKC segna 10 punti per 100 possessi in meno rispetto a quando è in campo lui) specie nell'ultimo periodo giocato senza Enes Kanter (rientrato) e la totale assenza di tiro da tre che ha permesso alle avversarie di riempire l'area eliminando il pick and roll Westbrook-Adams. Con una buona difesa, tanto contropiede, le scorribande di Westbrook e il tiro dalla media di Oladipo, una squadra con difetti enormi e facilmente individuabili è sempre stata saldamente in zona playoffs.

giovedì 16 febbraio 2017

NBA WEEK 16: la storia di Oscar Robertson, il Re della tripla doppia



Nella sua stagione da rookie Oscar Robertson arrivò a 0.3 assist per gara dalla tripla doppia che raggiunse la stagione successiva sempre giocando nei Cincinnati Royals. E - come sta cercando di fare Russell Westbrook -, la sua tripla doppia media fu ottenuta segnando oltre 30 punti per gara. Era il 1961/62. Da allora nessuno è più riuscito nell’impresa. Potremmo dire che nessuno l’ha davvero sfiorata perché occorrono circostanze straordinarie per riuscirci, ad esempio una squadra che abbia abbastanza talento da tradurre in assist i passaggi smarcanti ma non così ricca di talento da togliere minuti o punti. E non deve avere specialisti dei rimbalzi altrimenti nessun giocatore con queste caratteristiche potrebbe catturarne oltre 10 di media. Ad esempio, se Westbrook giocasse con Hassan Whiteside o Andre Drummond forse la storia sarebbe differente.

giovedì 2 febbraio 2017

NBA WEEK 14/c: la pazzia di Kanter danneggerà la stagione di Westbrook?

Russell Westbrook ha quattro obiettivi individuali da qui alla fine della regular season (nessuno dichiarato): vincere il trofeo di MVP, finire la stagione in tripla doppia, vincere la classifica marcatori e vincere la classifica degli assist. Tutti e quattro i traguardi sono raggiungibili e gli ultimi tre possono influenzare il raggiungimento del primo. Ma il gesto suicida di Enes Kanter (si è procurato la frattura dell'avambraccio a causa di un pugno di frustrazione sferrato contro una sedia metallica che ha "risposto" nel modo sbagliato) potrebbe incidere sulla sua stagione storica?

martedì 17 gennaio 2017

NBA WEEK 12/d: le guardie del West per l'All-Star Game



Quando nella stessa conference hai Russell Westbrook e James Harden per quanto quest'ultimo sia anche lui un point-man le scelte sono fatte in partenza. I due stanno devastando record inimmaginabili. L'aspetto più inquietante è che con il tipo di stagione che stanno vivendo uno dei due non sarà comunque l'MVP. E invece lo meriterebbero tutti e due. Proiettandoli entrambi come titolari, nella Western occorre mantenere unica la posizione di guardia generica e cercare i due cambi.

NBA WEEK 12/e: se Draymond Green andasse in tripla doppia media?




James Harden ha piazzato due triple doppie consecutive contenenti almeno 40 punti segnati. Prima di lui c'erano riusciti Pete Maravich, Michael Jordan e Russell Westbrook. I Rockets hanno conosciuto la prima mini striscia perdente la scorsa settimana ma si sono ripresi andando a segnare 140 punti a Brooklyn.

martedì 29 novembre 2016

NBA WEEK 5: New Orleans, Kevin Love, i delusi e i deludenti, Noah, Westbrook




Tutto sommato la stagione dei Pelicans non era finita prima di cominciare, a dispetto dei tanti infortunati. Il rientro di Jrue Holiday ha avuto un effetto dirompente. Sia dal punto di vista tecnico - ha molto più talento di qualsiasi altro giocatore del roster di New Orleans che non si chiami Anthony Davis - che mentale. Holiday era stato dispensato dall'unirsi al gruppo a causa della malattia della moglie - giocatrice di calcio di livello internazionale -, colpita durante la gravidanza da un tumore al cervello. La moglie ha partorito, ora sta meglio e Holiday è tornato a giocare. Con lui in campo i Pelicans hanno vinto quattro gare su sei (in assoluto 6-4 nelle ultime 10) e allentato la pressione su Coach Alvin Gentry e anche l'attesa spasmodica di un'esplosione di Davis a chiedere una cessione che ovviamente non avrebbe senso per il club. Holiday viaggia a 16.2 punti e 6.6 assist per gara partendo per ora dalla panchina.

lunedì 28 novembre 2016

NBA WEEK 5/the race for the MVP: le triple di Westbrook



Non succede mai che l’MVP della stagione giochi in una squadra da meno di 50 vittorie stagionali. Anche se questa potrebbe essere una discriminante a favore di uno dei tre grandi protagonisti di questo primo quarto di stagione, il concetto andrebbe forse rivisto in una stagione in cui ci sono tre giocatori di squadre al momento “borderline” da questo punto di vista (se non meno, molto meno che “borderline”).

lunedì 31 ottobre 2016

NBA WEEK: Westbrook stratosferico, i rookie di Toronto, Avery Bradley



Russell Westbrook è una minaccia di tripla doppia costante. In tre partite ha segnato 116 punti, ha realizzato due triple doppie e ne ha sfiorata una seconda. Sì, sta viaggiando in tripla doppia media e lo sta facendo segnando oltre 38 punti a partita. Anche se il calendario l'ha aiutato. Anche se i Thunder mercoledì prossimo giocheranno a Los Angeles contro i Clippers e poi ci sarà la madre di tutte le partite. Westbrook contro Durant. Giovedì a Oakland. E dopo sarà più facile fare i conti. Per ora sono spaventosi. Le statistiche ricordano anche che è sempre stato primo o secondo nella NBA in punti segnati in contropiede per gara in ognuna delle ultime quattro stagioni. E che praticamente senza Durant in campo due anni fa segnò oltre 30 punti di media. Promette di fare di più questa volta.

sabato 8 ottobre 2016

NBA Preview: il superteam dei Los Angeles Clippers


Il secondo concetto  (puoi leggere qui la prima parte della preview) ci conduce direttamente ai giorni nostri e all-epoca dei superteams. Non basta avere un giocatore che possa essere il migliore in una formazione da titolo. Serve almeno una seconda superstar e forse una terza. Il primo obiettivo di una franchigia è trovare "That Guy", il giocatore attorno a cui costruire un titolo o più di uno. Di solito lo trovi attraverso il draft (Dwyane Wade Stephen Curry, il primo LeBron, Durant, Westbrook, Irving parlando dei contemporanei) oppure attraverso il mercato dei free-agent (LeBron a Miami e poi di nuovo a Cleveland, KD a Golden State) e più raramente attraverso uno scambio (James Harden o Chris Paul). Ma da solo non basta questo giocatore.

venerdì 7 ottobre 2016

NBA Preview: chi può vincere veramente oltre ai Warriors?


Ogni squadra viene analizzata nei dettagli fino all'ultimo giocatore del roster, vivisezionata. Ma nella NBA la realtà è molto semplice. Per identificare chi possa davvero vincere il titolo NBA è sufficiente considerare le squadre che allineano uno dei primi tre-quattro giocatori della Lega. Quasi sempre uno dei primi due. Lo dice la storia. Guardate dal 1991 ad oggi quante volte questa regola è stata disattesa. Al massimo tre o quattro volte forse solo una.