domenica 19 marzo 2017

La nascita del "Death Line-Up" dei Warriors nei playoffs del 2015


...Ron Adams, il guru della difesa nello staff di Kerr, suggerì dopo gara 2 di utilizzare Andrew Bogut su Tony Allen, una guardia, trattandolo come se fosse un centro. In quasi tutti gli assetti difensivi, il centro permette al suo avversario di ricevere palla lontano dal canestro in posizione frontale da dove non è una minaccia. Questa posizione permette di fatto alla difesa di mantenere il presidio dell’area e quando la palla cambia mano, se un esterno riesce a entrare, trova la zona congestionata.

venerdì 17 marzo 2017

Abbiamo già visto Westbrook: nel 1989 si chiamava Michael Jordan

È curioso che parlando di Westbrook raramente vengano menzionate qualità tecniche mentre  quasi sempre si parla di questioni fisiche e atletiche. Cosa fa davvero al top Westbrook?

mercoledì 15 marzo 2017

La storica unicità di Russell Westbrook

Russell Westbrook sta per completare un'impresa che dal 1962 non era mai stata realizzata. Nella storia solo Oscar Robertson è riuscito a viaggiare in tripla doppia nell'arco di una stagione intera. I Cincinnati Royals quell'anno vinsero 43 partite. I Thunder ne vinceranno di più.

martedì 14 marzo 2017

Barnes e Green in quintetto: la "Mossa" di Kerr


Fu chiaro fin dall’inizio. Non ci furono dubbi. I Warriors erano pronti. La mossa di Kerr, Barnes in quintetto al posto di Iguodala, venne accolta nel modo corretto da ambedue i giocatori, mentre l’infortunio di David Lee passò semplicemente inosservato. Con Draymond Green in quintetto, recuperato Marreese Speights, i Warriors cominciarono la stagione 2014/15 con 10 vinte nelle prime 12 gare. Tra metà novembre e metà dicembre vinsero 16 partite di fila. Mai successo nella storia della franchigia. Sul 21-2, era già chiaro quale sarebbe stata la squadra da battere. Vinsero 19 gare di fila in casa e quando toccarono la vittoria stagionale numero 60 quella rappresentò anche il nuovo record di franchigia. Il massimo fino ad allora era stato di 59 successi. I Warriors sarebbero arrivati a 67.

lunedì 13 marzo 2017

Paul George quale futuro tra Indiana, Boston e Lakers?


Paul George è stato uno dei grandi protagonisti mancati dell'ultima trade deadline. Ma il suo futuro resta di grande attualità. George può diventare free-agent nel 2018. In pratica entra nell'ultimo anno di contratto, il periodo in cui si svelano le carte. Essendo stato sull'orlo dello scambio già a febbraio lo sarà ancora di più a giugno in prossimità del draft o subito dopo. Qualora non succeda nulla diventerà un caso ossessionante entro la prossima deadline.

sabato 11 marzo 2017

Perché ora Dallas ha un futuro promettente

La grandezza di Dirk Nowitzki non è solo nei 30.000 punti segnati in carriera: solo cinque giocatori hanno fatto meglio. Nowitzki ha speso tutta la sua carriera nella stessa squadra e anche questa è un'impresa. Giocherà ancora un anno. È stato forte, incredibilmente longevo e superbamente preparato. Finirà di giocare a 40 anni senza aver mai subito infortuni seri, significativi. Non è stato il primo o l'unico MVP non americano (Tim Duncan, Steve Nash). Non è stato il primo MVP della Finale prodotto dal sistema europeo (Tony Parker). Ma Duncan e Nash hanno giocato quattro anni al college. Parker è figlio di un ex giocatore americano e ha respirato la cultura del playground nelle sue estati a Chicago. Nowitzki è arrivato a Dallas nel 1998 quando gli europei non erano ancora stati sdoganati come potenziali uomini franchigia.

mercoledì 8 marzo 2017

Golden State e Cleveland: la strada verso la Finale e le trappole

Nella storia della NBA non è mai successo che le stesse due squadre si siano affrontate in tre edizioni consecutive della Finale. Basta questa statistica per suggerire prudenza prima di dare per scontata la terza battaglia tra Golden State e Cleveland anche se tutto spinge verso questa direzione. In modi differenti.

martedì 7 marzo 2017

Los Angeles Lakers: come e più di un reality



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(AGGIORNAMENTO) Luke Walton non vorrebbe abbracciare la teoria del "tanking" selvaggio perché creerebbe una sorta di cultura della sconfitta che alla lunga non paga. Ma i Lakers non sono abbastanza forti per i playoffs mentre sono abbastanza scarsi da finire comunque lontanissimi dalla zona che conta quindi servirebbe solo un "aiutino". Che piaccia o no il "tanking" funziona. Le nuove regole che dovrebbero favorire la permanenza delle grandi stelle nelle loro squadre originali potrebbero risolvere un problema e crearne un altro: se i draft sono l'unico modo per procurarsi un grande giocatore, il "tanking" diventerà inevitabile per salire a certi livelli. La cessione di Lou Williams che segnava oltre 18 punti di media ha tolto a Walton ogni chance di vincere in modo consistente. Triste ma vero, inevitabile e condivisibile.

Golden Times: la resurrezione di Shaun Livingston


Il 26 febbraio del 2007 quando giocava per i Los Angeles Clippers, Shaun Livingston non si aspettava che di lì a poche ore il suo primo problema sarebbe stato imparare a camminare. Di nuovo. A 21 anni. 

lunedì 6 marzo 2017

Il riscatto di Washington ma cosa c'è dietro il quintetto?

I Washington Wizards comandano la loro division, hanno eccellenti chance di conquistare il vantaggio del fattore campo nel primo turno dei playoffs, non sono distanti dai Celtics e i Raptors, che li inseguono, sono alle prese con l'infortunio di Kyle Lowry. Quindi tutto punta nella direzione giusta.

venerdì 3 marzo 2017

Golden Times: l'assunzione di Steve Kerr


Steve Kerr si presentò al colloquio per l’assunzione sfoggiando una presentazione di sé stesso in power-point. Il titolo “Perché è il momento giusto per diventare capo allenatore”. Nella presentazione Kerr indicò vari motivi, idee, strategie, anche sui Golden State Warriors. Il miglior strumento di convincimento era il suo passato. Non tanto da giocatore e forse neppure da telecronista, piuttosto l’esposizione ricevuta presso molti dei più grandi coach della sua era. Lute Olson al college, Phil Jackson e Gregg Popovich nella NBA. Quando parti con questi maestri, sei già avanti. E infatti molte delle idee di Kerr erano o sono diretta emanazione dei suoi mentori. Ad esempio intervallare le sedute video proposte ai giocatori con spezzoni di film o clip autoironiche: Phil Jackson allo stato puro.

martedì 28 febbraio 2017

Golden Times: il suicidio professionale di Mark Jackson


Darren Erman era un avvocato con la passione per il basket. Quando si laureò e cominciò a lavorare, non riusciva a star fermo, soprattutto non riusciva a stare lontano dal basket, e fece da assistente volontario – gratis, significa – alla St.Anthony’s High School di Jersey City, sotto Bobby Hurley sr, uno dei più grandi coach liceali di tutti i tempi. Quando si trasferì a Boston, sempre per lavoro, fece lo stesso al Brandeis College che però era anche il posto dove i Celtics si allenavano. Fu così che conobbe Brian Scalabrine, all’epoca giocatore volenteroso, non di talento, dei Celtics. Scalabrine lo presentò ai suoi allenatori e dopo poco Erman cominciò ad aiutare Tom Thibodeau, il primo assistente di Doc Rivers, specializzandosi nello scouting e nel lavoro individuale sui giocatori. Fece abbastanza bene da conquistarsi un posto minore nello staff dei Celtics. Quando Mark Jackson diventò capo allenatore a Golden State gli consigliarono di portarsi dietro Erman. Il fatto che Joe Lacob sapesse chi fosse grazie al suo passato a Boston di certo non lo penalizzò.

sabato 25 febbraio 2017

OKC-Westbrook, perché la cessione tornerà di attualità

Considero Billy Donovan un candidato credibile come allenatore dell'anno perché a dispetto della presenza di Russell Westbrook, i Thunder avevano (e hanno) difetti enormi che di norma nella NBA non riesci a soverchiare: uno starter nella posizione di ala piccola che gioca fuori ruolo ed è offensivamente impresentabile (Andre Roberson ha il 24% da tre) per quanto sia difensore da primo o secondo quintetto All-Defense; un rookie da ala forte che nel 2017 tira da tre con il 14% venendo meno a quei compiti da Stretch 4 per i quali è stato scelto (Domas Sabonis); una panchina da D-League (senza Westbrook OKC segna 10 punti per 100 possessi in meno rispetto a quando è in campo lui) specie nell'ultimo periodo giocato senza Enes Kanter (rientrato) e la totale assenza di tiro da tre che ha permesso alle avversarie di riempire l'area eliminando il pick and roll Westbrook-Adams. Con una buona difesa, tanto contropiede, le scorribande di Westbrook e il tiro dalla media di Oladipo, una squadra con difetti enormi e facilmente individuabili è sempre stata saldamente in zona playoffs.

venerdì 24 febbraio 2017

NBA WEEK 18: la frettolosa cessione di Nerlens Noel

È molto improbabile che i Mavericks raggiungano i playoffs con l'innesto di un giocatore acerbo e comunque con dei limiti quale Nerlens Noel ma esserselo assicurato in cambio di Justin Anderson (ala atletica e difensiva che nella NBA non ha ancora mostrato nulla come tiratore quindi non è un 3andD) e di due seconde scelte è un colpo (Andrew Bogut non rientrava più nei piani di Dallas e non rientra in quelli dei Sixers).

mercoledì 22 febbraio 2017

Lou Williams ai Rockets: perché è uno scambio buono anche per i Lakers


Lo scambio Lou Williams in cambio di Corey Brewer e la prima scelta del 2017 è perfetto sia per i Rockets che per i Lakers. La prima mossa di Magic Johnson al vertice dei Lakers è stata dolorosa ma ineccepibile. Parlare di colpo quando il miglior realizzatore della squadra, a bilancio per appena 7 milioni, è davvero difficile da accettare ma nella NBA odierna è cosi e basta.

martedì 21 febbraio 2017

Lo scambio di DMC dal punto di vista dei Kings

Il nuovo contratto collettivo con il rafforzamento della figura del "Designated Player" e la possibilità di pagarlo molto di più e per più tempo ha come obiettivo permettere ai club di piccoli mercati come Sacramento di trattenere le loro star. Ironicamente nella prima potenziale applicazione della modifica il risultato è stato opposto.

lunedì 20 febbraio 2017

Lo scambio di DMC dal punto di vista dei Pelicans

La realtà degli scambi nella NBA è perversa e ciò che oggi sembra evidente magari viene ribaltato nel corso degli anni anche perché la possibilità di includere scelte negli affari rende i contorni di una contropartita chiari solo dopo anni. E poi gli scambi sono strategici. Non è che a Sacramento pensino di essere più forti oggi che non hanno più DeMarcus Cousins ma prima di definire la sua cessione un suicidio bisogna aspettare che il piano si completi.

NBA WEEK 17: la grande storia di Nate Archibald



La storia di Nate Archibald, l'unico ad aver vinto nello stesso classifica dei marcatori e degli assist nella NBA, tratta da "New York Basketball Stories 2.0". Oggi Russell Westbrook e James Harden provano ad imitarlo.

Un rumore di sottofondo. Sempre più pressante. Un brusio che in breve diventò un boato. "Tiny is here. Now the real fun is starting". Anni '70. L'attività estiva a Rucker Park era al top dell'energia anche se allora era tutto semiclandestino, le notizie si diffondevano con il passaparola e il consumismo non si era impossessato ancora dei playground. Era tutto più affascinante. Nate Archibald era un fedelissimo della scena estiva newyorkese. Che includeva questo fantastico torneo tra squadre provenienti da diverse città d'America. L'obiettivo era capire chi avesse la squadra di basket da strada migliore.  Il team di New York dipendeva da Archibald. Ma quella sera, avversaria Chicago, Archibald era assente ingiustificato. Le cose andavano male. Chicago era in controllo della partita. Più 13 nel cuore del secondo tempo. Poi un brusio. Poi un boato. Infine un'esplosione. Tiny is here.

venerdì 17 febbraio 2017

NBA WEEK 16: il punto sul futuro dei Celtics (all in one)



I Boston Celtics arriveranno alla pausa dell’All-Star Game nelle condizioni perfette per andare all’assalto dei Cleveland Cavaliers per il miglior record ad Est e in ogni caso con il vento alle spalle e un presente brillante. Eppure il futuro potrebbe essere ancora migliore. I Celtics hanno ricostruito sui resti dello squadrone che nel decennio scorso ha vinto un titolo e perso una Finale alla settima partita, in trasferta, senza dover scendere agli inferi e con una rapidità stupefacente. In pratica dopo la rinuncia a Kevin Garnett, Paul Pierce (oltre  Ray Allen ma è un'altra storia) e la partenza di Doc Rivers per Los Angeles, nel 2013, hanno dovuto accettare una sola stagione di mediocrità. In tre anni completi da capo allenatore, Brad Stevens ha amministrato un club da 25, 40 e 48 vittorie. Quest’anno saranno di più, nonostante nel “defensive rating” i Celtics siano passati dal quarto posto della stagione passata al 22° attuale. Un dato che non sarà sfuggito a Stevens e di certo non lo rende felice, conseguenza presumibile di quello che è il problema tecnico attuale dei Celtics, i rimbalzi.

giovedì 16 febbraio 2017

NBA WEEK 16: la storia di Oscar Robertson, il Re della tripla doppia



Nella sua stagione da rookie Oscar Robertson arrivò a 0.3 assist per gara dalla tripla doppia che raggiunse la stagione successiva sempre giocando nei Cincinnati Royals. E - come sta cercando di fare Russell Westbrook -, la sua tripla doppia media fu ottenuta segnando oltre 30 punti per gara. Era il 1961/62. Da allora nessuno è più riuscito nell’impresa. Potremmo dire che nessuno l’ha davvero sfiorata perché occorrono circostanze straordinarie per riuscirci, ad esempio una squadra che abbia abbastanza talento da tradurre in assist i passaggi smarcanti ma non così ricca di talento da togliere minuti o punti. E non deve avere specialisti dei rimbalzi altrimenti nessun giocatore con queste caratteristiche potrebbe catturarne oltre 10 di media. Ad esempio, se Westbrook giocasse con Hassan Whiteside o Andre Drummond forse la storia sarebbe differente.